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Roberto Franzin, da chef a pastaio, ha lavorato nelle cucine dei più grandi ristoranti italiani e internazionali. La sua è sempre stata una cucina rivolta alla sostenibilità e al recupero, eppure, lungi dalla spettacolarizzazione mediatica di alcuni colleghi, la sua è una cucina estremamente intima, un dialogo interiore prima di tutto tra lui e i sua filosofia.
Mentre aspettavo quello che i miei pensieri avrebbero costruito,
il tempo ha finito per sorprendermi con qualcosa di diverso,
un sogno mai sognato,
ma che il destino, la magia o il caso
mi hanno regalato in cambio di niente."
La materia è un linguaggio mi ha aiutato a pensare con le mani, portando la mia visione di sostenibilità, creatività e ricerca in materiali salvati dallo smaltimento diventando progetti orientati a un modello di consumo più consapevole, riducendone il consumo energetico adottando cicli di vita per svariati prodotti sostenibili.
Materiali naturali e ricercati che sfoggiano una veste grafica di forte impatto grazie alla grafica di un artista contemporanea
( GLORIA ZACCARIELLO) e all’utilizzo di carta ricavata da residui di agrumi, uva, mais, olive, e dallo sfalcio dell’erba, queste sono le materie prime che, salvate dallo smaltimento, utilizziamo per racchiudere la nostra Pasta, dall’aspetto estetico e tattile inusuale.
La scelta di comunicarne il contenuto diventano canale di divulgazione, trasmettendone sia i valori sostenibili e una maggiore
consapevolezza al consumatore.
Tante le storie raccontate in confezioni di Pasta dipinte come piacere estetico, memoria, radice, identità o semplice nutrimento, uno strumento di conoscenza: La Via. Il cibo nella letteratura è da sempre presente e come scriveva Virginia Woolf “Non si può pensare bene, amare bene, dormire bene se non si è mangiato bene”.